13 novembre 2022 - Una ferita che non si rimarginera' mai e' stata la strage di Nassiriya ove, fra gli altri, hanno perso la vita diciannove italiani, esattamente il 12 novembre 2003.
Vorrei ricordare il tragico evento con le stesse parole pronunciate dal figlio di uno dei superstiti, Marco Intravaia ... . Eccole :
...quando un camion carico di esplosivi si schianto' sulla base Maestrale a Nassiriya, uno dei quartier generali del contingente italiano, impegnato in una spedizione di peacekeeping per la missione "Antica Babilonia", persero la vita dodici Carabinieri, 5 militari dell'Esercito, un cooperante internazionale e un regista, oltre a mio padre Domenico...
...a volte, quando lo sconforto prende il sopravvento, mi chiedo il perche' di quanto accaduto e perche' proprio a me. Ma poi penso a mio padre e a tutti gli altri caduti all'estero nella lotta al terrorismo e so che rifarebbero le stesse scelte, perche' soltanto facendo bene il proprio dovere e servendo con fedelta' lo Stato, potremo donare un mondo e una societa' migliori ai nostri figli. I caduti a Nassiriya, cosi' come tutti coloro che hanno immolato la vita alla Patria, possono essere definiti ero
i.

I fatti
Alle 10.40 ora locale, le 8.40 in Italia, del 12 novembre 2003 un'autocisterna forzo' l'entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri italiani, nella citta' di Nassiriya, in Iraq: i due uomini a bordo fecero esplodere una bomba. La deflagrazione, con un effetto domino, fece saltare in aria il deposito munizioni. L'eroico intervento del carabiniere Andrea Filippa di guardia all'ingresso principale della base che sparo' agli attentatori evito' conseguenze che avrebbero potuto essere ancora piu' tragiche.

I morti
A Nassiriya persero la vita 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni. Tra gli italiani, dodici Carabinieri: Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone. Cinque militari dell'Esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci. Due civili: il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del paese e il cooperante internazionale Marco Beci.

Nella ricorrenza della Giornata dedicata al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto oggi il suo pensiero "alla memoria di tutti gli italiani che hanno sacrificato la vita al servizio dell'Italia e della Comunita' internazionale, per il raggiungimento di una pace stabile e condivisa".
"I tanti concittadini, che continuano a operare all'estero con generosita' e altruismo per la stabilizzazione delle crisi e la soluzione dei conflitti - ha detto il Capo dello Stato - sono espressione autentica di un Paese coeso e pronto a offrire il proprio contributo nelle piu' travagliate regioni del mondo a salvaguardia della stabilita' e del rispetto dei diritti umani, valori fondanti la nostra Costituzione. A loro la Repubblica guarda con affetto e profondo rispetto".
Anche Belluno, ha voluto ricordare la tragedia che, tutti noi sentiamo ancora viva, malgrado le tante altre traversie che il nostro Paese ha fronteggiato in quest'ultimo lungo periodo.
Alla presenza del Comandante Provinciale dell'Arma dei Carabinieri, Enrico Pigozzo, che ha voluto ricordare i nostri fratelli caduti in un paese lontano, mentre tentavano di riportare la pace e la stabilita', non dimenticando che ancora oggi molti nostri militari rendono orgoglioso il nostro Paese prestando servizio in aree del mondo lontane dalle loro case, dei loro affetti, per aiutare popoli che soffrono la mancanza della sicurezza, realta' che noi consideriamo un diritto quasi scontato, ma che per molti e' ancora vissuto come una speranza.cA dette parole di elevato spessore umano, si sono aggiunte anche quelle degli esponenti della ANC di Belluno: Il Mar. Maggiore, Corrado Dal Borgo, V. Presidente di ANC, in linea con il pensiero del Comandante Pigozzo, ha rinnovato il dolore a cui e' stata sottoposta l'Arma durante detto tragico evento, a cui ha fatto seguito anche Giuseppe Dal Mas, brigadiere capo e speaker ufficiale della cerimonia.
Il Comune e' stata rappresentato dall'assessore alla cultura e Sicurezza, dott. Raffaele Addamiano, pure lui ex facente parte dell'Arma.
Aggiungere altro appare superfluo, per cui non resta che lasciare alle numerose foto che seguono esprimere il senso della storica giornata.
A corredo della mia presenza ho scattato le 24 fotografie allegate.

Arnaldo De Porti - Feltre/Belluno
Socio ANC.

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A complemento di quanto scritto dall'amico Arnaldo, aggiungo solo che tra i caduti era presente un carabiniere finalese, Daniele Ghione che aveva scelto l'Arma, per tradizione di famiglia.
Ecco quanto scrive il Ministero della Difesa:
Maresciallo Capo Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili imegnate in operazioni militari e civili all'estero "alla memoria", nato a Finale Ligure (SV) l'8 luglio 1972 - deceduto il 12 novembre 2003.
Alla sua memoria e' intitolata, dal 10 novembre 2008, la Caserma sede della Stazione Carabinieri di Villanova d'Albenga (SV).
Fu insignito della Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero con la seguente motivazione: "Addetto a squadra del Reggimento M.S.U. impegnato in missione a sostegno della martoriata popolazione irachena nell'ambito dell'operazione "Antica Babilonia", coraggiosamente consapevole dei gravi rischi ai quali si esponeva, si prodigava per assolvere il proprio delicato incarico con fermezza di intenti, senso del dovere ed altissimo spirito di sacrificio. Il 12 novembre 2003, a seguito di improvviso attacco ad una installazione del contingente nazionale, veniva mortalmente investito dal devastante scoppio di un'ingente quantita'di esplosivo, provocato proditoriamente da cellula terroristica suicida, sacrificando cosi' la propria vita ai piu' sacri valori dell'amor di patria e dell'onore militare. Chiarissimo esempio di eletta abnegazione ed incondizionata dedizione al dovere".
Lascia la moglie Miriam, che ha detto:
Quando si parla dei morti descrivendoli come degli eroi, come delle persone eccezionali, sembra sempre che siano frasi di circostanza, ma nel caso di Daniele questo era vero.
Alfredo Izeta - Finale Ligure


 

 

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